Come misurare la maturità della data strategy
Il Data Strategy Index del Politecnico di Milano valuta la maturità delle aziende misurando tre ambiti: data management & architecture (mezzi, competenze e processi per la gestione tecnologica, integrazione dei dati e governance del patrimonio informativo); business intelligence e descriptive analytics (strumenti e competenze di base per una BI pervasiva); e data science (analisi predittive e di ottimizzazione partendo dall’analisi dei dati).
Nella Pubblica amministrazione c’è un ulteriore parametro che entra nella data governance: la maturità sugli open data. Il nostro Paese si è classificato, nel 2023, al 7° posto nella graduatoria dei Paesi UE, con un livello di maturità del 92% (un punto percentuale in più rispetto alla passata edizione). Questo indice misura la capacità degli Stati di portare avanti la pubblicazione e il riutilizzo dei dati aperti, in linea con la Direttiva sugli open data (UE) 2019/1024. È basato su test di autovalutazione, ma può dare un’indicazione di quanto sia cruciale, anche per le PA, avere delle strategie sui dati con precise policy, misurazioni dell’impatto e capacità di assicurarne la qualità.
INAIL, che possiede un enorme patrimonio di dati, è una delle PA che ha attuato con decisione una governance dei dati, che include proprio i requisiti dell’interoperabilità, nonché progetti di IA e sperimentazioni con l’IA generativa. La data strategy e la data governance si basano non solo sulle tecnologie, ma anche sugli aspetti culturali e organizzativi: per questo, dal 2015, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha trasformato la sua funzione IT in un vero dipartimento digitale.
“Èla dimostrazione”, sottolinea Colasuonno, “chel’innovazione tecnologica e quella organizzativa devono andare a braccetto: non ci sono progetti di innovazione organizzativa che prescindono dalla tecnologia e, allo stesso modo, la digitalizzazione porta con sé innovazione nell’organizzazione e nei processi”.
I gruppi di lavoro e l’ecosistema dei dati
La strategia dei dati di INAIL si traduce, operativamente, in un impianto progettuale articolato in 10 “cantieri”, ognuno dei quali è incentrato su un focus specifico della strategia sui dati (architetture, data fabric, data mesh, IA, BI, integrazione con piattaforme nazionali, qualità del dato, modelli semantici, e così via), con gruppi di lavoro che includono rappresentanti sia dell’IT che del business più in generale.
“Sarebbe un grave errore per l’IT pensare di condurre i progetti di data governance in autonomia, senza l’apporto prezioso delle direzioni di business”, dichiara Colasuonno. “Oggi non si può più procedere a compartimenti stagni: l’IT deve coinvolgere il business nella gestione dei dati, dare a queste funzioni fiducia e autonomia nella lettura e nell’analisi delle informazioni. A tal fine gioca un ruolo chiave adottare un lessico comune, abbattendo le distanze tra le due funzioni”.