Nell’era della data economy e della democratizzazione dell’Information Technology c’è un cambiamento epocale che si prospetta per il CIO: occuparsi specificamente di data governance e fornire agli utenti aziendali gli strumenti tecnologici per gestire e analizzare i dati in autonomia. Come afferma Luca Seravalli, CIO di Duferco Energia (commercio di energia elettrica e gas nel mercato libero): “La data governance è un processo che coinvolge tutta l’organizzazione e mira a dare alle funzioni business gli strumenti per creare in maniera autonoma insight dai dati”. Ciò avviene “trasferendo la data ownership dall’IT al business, ma sempre lasciando all’Information Technology la governance su sicurezza e compliance”.
La data governance consiste nella definizione delle modalità con cui un’azienda gestisce i dati dalla nascita allo smaltimento. Si tratta di prevedere fin dall’inizio come le informazioni vengono raccolte, usate e condivise, come sono attribuite le responsabilità e distribuiti gli accessi, quali attività di monitoraggio vanno svolte e quali policy di conservazione e cancellazione saranno applicate.
“Tenere in ordine” i dati permette di “gestirli in modo efficace e agire a seconda della richiesta o della necessità, garantendo all’azienda la capacità di compliance, sicurezza, efficacia e competitività”, afferma Edoardo Venini, Consulente per la protezione dei dati e cybersecurity.
Governance dei dati: quando l’IT abilita il business
Per una società come Duferco Energia parlare di big data e data governance vuole dire andare dritto al cuore del business. Gli attori del mercato energetico retail gestiscono un’enorme mole di dati: quelli dei clienti, dei fornitori, dei dipendenti e dell’amministrazione quotidiana. A ciò si è aggiunto, di recente, l’input massiccio dei nuovi contatori elettronici (smart meter), che comunicano dati ogni quarto d’ora. In questo contesto si inserisce il progetto per la data governance di Duferco, che guiderà la sua trasformazione “da società con tanti dati a società data-driven”, come afferma il CIO Seravalli. Il piano si snoda in tre anni e si basa sulle linee guida dell’International Data Management Association (DAMA), organizzazione internazionale per la standardizzazione della governance dei dati.
“L’obiettivo è rendere le funzioni di business più consapevoli dei dati che maneggiano”, spiega Seravalli. “Nel tempo, l’IT non si occuperà più di preparare i report su richiesta, ma metterà a disposizione del business le sorgenti dati che poi ognuno userà per le analisi e gli insight, in autonomia”.
In questa nuova veste, l’IT diventa una sorta di abilitatore super partes che permette di sviluppare gli strumenti tecnologici in modo conforme e sicuro.