8. Gli avatar
L’AI sta alimentando un’altra area che Jackson, del gruppo di ricerca Info-Tech, considera sopravvalutata: la nozione di umani digitali e di avatar.
Da un lato, Jackson è consapevole che la tecnologia per creare e utilizzare gli avatar sia matura e fa un buon lavoro nel fornire esseri umani digitali che sembrano reali.
In effetti, gli questi sistemi sono in uso già oggi [in inglese], in casi d’uso legittimi e problematici, nonché in quelli intermedi, con vari gradi di accettazione da parte dell’uomo, tiene a precisare. Molte persone tollerano un chatbot del servizio clienti ma sono meno tolleranti nei confronti dei corrispettivi digitali utilizzati nell’intrattenimento, “a meno che non ci sia una chiara ragione artistica”. E la maggior parte concorda sul fatto che i deepfake rappresentano una grande area di preoccupazione [in inglese].
“Tuttavia, il modo in cui le aziende pensano a queste capacità e al loro utilizzo [per le interazioni con gli esseri umani reali] è un po’ inverosimile”, aggiunge Jackson. “Le persone credono di poter creare gemelli digitali di se stessi e di poterli inviare a una riunione quando non possono essere presenti”.
E poi aggiunge: “Non sto dicendo che non ci sia un valore enorme in tutto ciò. Ma credo che stiamo andando troppo lontano e troppo in fretta”.
Sebbene il clamore su questa tipologia di tecnologie sia diminuito negli ultimi anni, alcuni sostengono che le aspettative sullo spatial computing (che si tratti di realtà aumentata, realtà virtuale, realtà estesa o metaverso) superano ancora il suo valore, rendendola una valida voce nell’elenco delle tecnologie sopravvalutate del 2024.
“Il metaverso e l’AR/VR sono tecnologie paragonabili, in un certo senso, alla blockchain, dove all’inizio c’è stato molto clamore, che si è, poi, rapidamente affievolito ed è stato soppiantato dall’AI”, racconta Thomas Phelps IV, CIO di Laserfiche e membro del comitato consultivo del SIM Research Institute. “Nel 2022, il metaverso è stato al centro della scena in una delle più grandi conferenze tecnologiche ospitate da un’importante società di ricerche. L’anno scorso, Apple ha fatto un grande colpo con Vision Pro. Ma dopo l’esaurimento del fattore di attrazione iniziale, è risultato difficile giustificare investimenti significativi nei suoi confronti, poiché la maggior parte delle aziende non ha ancora realizzato i benefici sostenibili. Non è facile uscire dalle applicazioni di nicchia per rivolgersi a un mercato più ampio”.
Il manager osserva che “alcuni dispositivi sono ancora goffi e scomodi da utilizzare per lunghi periodi”, il che rallenta ulteriormente l’adozione.
Molti considerano il metaverso/spatial computing eccessivamente sopravvalutato, affermando che, sebbene abbia alcuni casi d’uso validi, il costo delle attrezzature (soprattutto per i consumatori) e i contenuti limitati ne hanno impedito il vero decollo.
Tej Patel, CIO e vice president per l’IT dello Stevens Institute of Technology, per esempio, rileva come molti appassionati abbiano parlato del potenziale dello spatial computing nel campo dell’istruzione, ma hanno scoperto che i benefici “non giustificano i costi e gli sforzi necessari”. Lo Stevens dispone di un laboratorio XR, ma Patel riferisce che gli educatori e gli amministratori sono strategici nel suo utilizzo, identificando le esperienze di apprendimento che offrono un valore superiore alle risorse necessarie per gestire i laboratori.
10. I robot umanoidi
Questa è un’altra tecnologia legata all’AI che, secondo alcuni, sta generando più scalpore che sostanza.
Non fraintendetemi, i robot umanoidi sono all’orizzonte e sono già utilizzati per svolgere alcune attività, dice Jackson. Ma sono bravi a svolgere compiti, non interi lavori. L’idea che “questi robot umanoidi sostituiranno la versatilità degli umani” rimane un’aspirazione, non una realtà.
“Siamo all’inizio; nessuno si affida a questi robot per svolgere un vero lavoro autonomo”, evidenzia Jackson.
Rama Donepudi, vice president e CIO per la global nutrition di Reckitt, ha una visione simile, sostenendo che l’interesse per i robot umanoidi si sta avvicinando alla fase di hype. Come Jackson, Donepudi ritiene che la tecnologia sia molto lontana dall’essere autonoma.
“Pensiamo che sarà come nei film, ma non siamo ancora a quel punto. Non abbiamo ancora tosaerba completamente automatizzati e gli aspirapolvere robotici si incastrano ancora sotto il divano”, ricorda.
E si aspetta che quando i primi esemplari saranno distribuiti, le loro capacità non saranno all’altezza delle aspettative.
Tuttavia, nonostante tutto questo, Donepudi rimane interessato ed entusiasta del potenziale, e si impegna a essere un early adopter: “Io e mia moglie abbiamo deciso di acquistare il primo che uscirà”.